La filiera emiliana del packaging è preoccupata per il nuovo corso dell’Unione Europea.
Il settore in Emilia-Romagna potrebbe vedere a rischio 22 mila posti di lavoro.

L’assessore Colla evidenzia questa minaccia, mentre il vice presidente di Confindustria Marchesini teme un regresso di 50 anni nelle politiche ambientali. La proposta di privilegiare il riuso rispetto al riciclo suscita critiche, soprattutto considerando gli investimenti dell’industria nel rendere le produzioni più eco-sostenibili. Il Trilogo dell’UE si appresta a prendere una decisione finale il 4 marzo, ma molte voci mettono in discussione il processo decisionale, sostenendo che si stia ignorando il parere democratico. Tuttavia, l’Italia, e in particolare l’Emilia-Romagna, sono leader nel riciclo, con una raccolta differenziata al 74%. Mentre si attendono le decisioni finali, l’attenzione è concentrata sui parlamentari europei e sulle battaglie portate avanti dalle categorie economiche.

Cavanna dell’Ucima sottolinea gli investimenti di 20 anni nel riciclo, evidenziando l’efficacia dell’economia circolare del settore e la necessità di un approccio sistemico che consideri le diverse opzioni (riuso, riciclo, rifiuto, recupero) e la peculiarità di ogni materiale. Tuttavia, il riuso potrebbe comportare sfide aggiuntive, come la deperibilità dei prodotti freschi e l’aumento dello spreco alimentare. Mentre l’Europa discute, l’industria italiana del packaging rischia di subire pesanti perdite economiche e mettere a repentaglio l’intera filiera.

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